Parodontologia


Il termine parodontologia sta ad indicare quella branca dell’odontoiatria che si occupa dei tessuti di sostegno dei denti : osso, legamento parodontale, cemento radicolare e gengiva.
La conservazione dello stato di salute delle strutture parodontali rappresenta il substrato biologico del mantenimento dell’equilibrio morfo-funzionale dell’apparato stomatognatico. La patologia parodontale può portare, nella sua forma più grave, sino alla perdita dei denti; un tempo questa situazione clinica veniva descritta con il termine di “piorrea”.
I progressi della parodontologia consentono a tutt’oggi di conoscere la predisposizione personale a sviluppare la malattia e, soprattutto, di effettuare la diagnosi in uno stadio precoce.
Tanto più tardiva è la diagnosi della malattia parodontale e tanto più lunga e difficile sarà la terapia rendendo, talora, impossibile raggiungere lo status quo ante. Il tessuto parodontale nel corso della vita è soggetto ad alterazioni di vario genere, che sono di natura fisiologico-funzionale, infettiva oppure iatrogena.


Tali alterazioni si estrinsecano, con i sintomi di una infiammazione acuta, in una distruzione delle sue proprietà strutturali con conseguente mobilità, fino alla perdita, dei denti.
Le affezioni più frequenti del parodonto, causa unica della perdita precoce dei denti, sono le diverse forme di parodontiti infettive.
La flora infettante, mista, proviene dalla placca batterica sopragengivale, che, estendendosi sotto la gengiva sulla superficie radicolare del dente in direzione dell’apice dentario, crea un’infiammazione, tasche ed ascessi, costringendo l’organismo a distruggere una parte di se stesso.


Le GENGIVITI e le PARODONTITI sono, quindi, affezioni infiammatorie del parodonto nella maggior parte dei casi causate dai batteri.
L’igiene orale, per quanto scrupolosa, non raggiungerà mai la totale assenza di placca batterica nella cavità orale,questa non è un obiettivo raggiungibile, è un’illusione, forse perfino una situazione non fisiologica.
Tuttavia è possibile mantenere sani la gengiva ed il parodonto, se la placca è scarsa ed il paziente è predisposto ad una difesa.


La placca batterica si deposita nuovamente nel giro di alcuni minuti dopo la detersione dei denti, non possiamo eliminarla per sempre, ma si può, in una sorta di equilibrio dinamico, tenerla il più possibile sotto il nostro controllo.
Determinati fattori, inoltre, favoriscono la ritenzione della placca: il tartaro, l’affollamento dentario, la respirazione orale, otturazioni e margini di corone debordanti.
Se la placca non viene allontanata, dopo pochi giorni calcifica formando il tartaro, la gengiva, successivamente, reagisce infiammandosi ed allontanandosi dallo stimolo nocivo dando luogo al fenomeno della RETRAZIONE GENGIVALE.
La retrazione gengivale è solo la manifestazione visibile di quel che sta accadendo al tessuto di sostegno dei denti: infatti l’osso che sostiene la gengiva al suo fisiologico livello riassorbendosi non garantisce più un adeguato supporto.
I denti coinvolti dal riassorbimento dell’osso presenteranno, poi, una mobilità dovuta alla perdita del supporto meccanico.
Con il termine di malattie parodontali vengono comprese sia alterazioni infiammatorie sia recessive della gengiva e del parodonto.


Se i processi infiammatori si limitano alla gengiva senza perdita di tessuto parodontale di sostegno ( attachment ) si parla di gengiviti, se in una affezione parodontale viene interessato anche l’osso alveolare di sostegno al dente ( perdita di attachment ) si parla di parodontite.
La parodontite trae, in genere, origine da una gengivite, per contro non da ogni gengivite si sviluppa una parodontite.
Una gengivite può persistere per anni senza mai evolvere in una parodontite, con una buona igiene orale e con una conseguente asportazione della placca e del tartaro dentario la gengivite è reversibile dato che non c’è perdita del tessuto di sostegno dei denti.
La placca batterica che si deposita nei solchi gengivali, se non viene rimossa, provoca la distruzione dell’attacco epiteliale del solco, questo si ritira più in basso per proteggersi dando luogo alla formazione della tasca parodontale.

Nella tasca parodontale si annida la placca ricca di germi: più in profondità si collocano quelli che possono vivere in assenza di ossigeno ( anaerobi ) mentre negli strati più superficiali troviamo quelli che per vivere necessitano di ossigeno (aerobi) , i primi sono quelli direttamente responsabili della lesione del parodonto.
L’infiammazione del parodonto ( parodontite ) attiva le cellule umane che sono preposte al riassorbimento osseo ( osteoclasti ) provocando il riassorbimento dell’osso di sostegno della radice dei denti mentre gli stessi germi anaerobi distruggono direttamente il legamento parodontale che collega l’osso al dente.
Nella malattia parodontale, quindi, i batteri attraversano l’epitelio delle tasche parodontali e penetrano nel tessuto sottoepiteliale creando dei danni ben più gravi ed irreversibili.


La malattia parodontale, progredendo, può coinvolgere interamente le strutture di sostegno del dente causandone la perdita.
Non bisogna dimenticare che esiste una certa ereditarietà a sviluppare tale patologia, per cui gli individui predisposti dovranno impegnarsi in modo particolare per mantenere uno stato di salute parodontale accettabile. Il trattamento delle parodontopatie varia a seconda della gravità e il grado : l’intervanto più semplice consiste nella rimozione del tartaro con strumenti meccanici o ad ultrasuoni, in caso di recessione gengivale si può effettuare il sollevamento del primo tratto della gengiva per una pulizia più profonda e radicale. Se c’è perdita marcata di tessuto osseo si può ricorrere ad un intervento di rigenerazione ossea per ripristinare del tutto, o parzialmente, la struttura di supporto del dente. Questa tecnica prevede l’inserimento di una membrana costituita da un materiale particolare eventualmente associata ad innesti di osso. Essa consente il ripristino del difetto con rigenerazione di tessuto osseo e connettivo; il sostituto osseo più utilizzato in parodontologia è l’osso di derivazione bovina che è molto simile strutturalmente a quello umano. Questi innesti vengono inseriti nella zona interessata e poi ricoperti da una membrana che separa il difetto sottostante dalla gengiva in maniera tale da tenere separate le cellule del tessuto epiteliale e quelle del tessuto connettivo che hanno ritmi di crescita differenti, evitando che queste entrino in competizione per riempire lo spazio vuoto.
Un aiuto per la diagnosi della malattia parodontale oltre ai segni clinici è rappresentato dall’utilizzo di due test specifici che sono il test microbiologico e quello genetico: il primo permette di identificare e quantificare i batteri responsabili della malattia, il secondo stabilisce la eventuale predisposizione genetica di un individuo a sviluppare la stessa.


Sono descritte, inoltre, malattie parodontali non su base infettiva ma relative a situazioni dismetaboliche, in corso di malattie generali dell’organismo, indotte da farmaci ed in seguito ad allergie, in questi casi accanto al trattamento parodontale tradizionale si effettua una terapia volta ad eliminare, dove possibile, le cause della patologia sistemica. Non ultima è l’associazione che esiste tra malattia parodontale e lo stato di gravidanza , la gengivite gravidica infatti colpisce una percentuale altissima di donne in attesa. Tale associazione molto probabilmente è legata al cambiamento ormonale tipico della gravidanza, il quale provoca una variazione della composizione della placca batterica; sembra che l’estradiolo ed il progesterone funzionino da fattori di crescita nei confronti di alcuni ceppi batterici in grado di alterare lo stato di salute gengivale.